Il Viaggio del Pellegrino: la partenza
Ti viene una intuizione, pensi perché no? E inizi a fare ricerche sul Il Cammino di Santiago. Voglio fare il percorso del Pellegrino?
L’idea
Una mattina di aprile ti svegli e hai in mente che farai “Il Cammino di Santiago”.
E ti torna subito alla memoria che è come quando ti hanno proposto di fare Tai Chi per la prima volta: …Cos’è sto-taici? Non ne sai nulla e forse per questo cogli il valore dell’Intuizione. Ti piace.
In fondo se tuo padre correva le 100km fino a 60 anni sarà una questione genetica e pensi che forse è giunto anche a te il richiamo della sfida fisica.
E cominci a guardare i siti che parlano de “El Camino de Santiago”, guardi i video su YouTube, leggi i commenti di chi ci è stato…beh, quantomeno non ti scoraggi, nemmeno quando ti regalano il libro “Come sopravvivere al cammino di Santiago”.
E poi lo sai che sei in grado di affrontare un percorso che viene effettuato anche da persone anziane oppure con difficoltà motorie e sai che arrivano fino in fondo.
Ecco, fino in fondo, ma ce la farai? E poi quale Cammino? Beh il classico, quello francese, quello più lungo, quello più famoso e praticato. E si parte dall’inizio certo; però arrivare fino in fondo…e se ti fa male il ginocchio? E poi tutto quel tempo via da casa, da solo…allora facciamo che quest’anno comincio, vedo dove arrivo e come ce la faccio, poi casomai l’anno prossimo lo finisco riprendendo da dove sono arrivato.
Lo so che sono passato da un racconto in seconda persona a scrivere in prima persona, ma il cammino è stato fondamentale anche in questo e mi riaggancio a questo gioco subito.
Partenza?
E’ proprio quello che è successo….seguire l’idea del Cammino e poi seguirne il percorso, due cose diverse: dall’intuizione al confronto con te stesso in prima persona.
Questa è solo una delle cose che possono accadere durante questa avventura.
E ancora: Avventura? Pellegrinaggio? Turismo(ormai di massa)? Sfida? Ricerca di qualcosa? Fuga?
Perché? Perché andare fino in Spagna per seguire un percorso come tanti ne trovi anche qui in Italia? Perché oltre a quelli da percorrere a piedi sobbarcarsi anche più di duemilacinquecento km per di più in moto (beh questa è la parte turistica e di scelta e divertimento personale)?
Sabrina mi regala un libro per il mio compleanno…ecco la ragione! O quantomeno la motivazione ad intraprendere questo viaggio che non posso definire pellegrinaggio in quanto non spinto da motivi cattolici di richieste di grazia alla presunta tomba dell’apostolo. Ma l’idea c’è e la trovo coerente col mio essere.
Partenza!
Ed ecco che mi metto in moto (nel vero senso della parola) e parto. Vado anche se mi sembra assurdo, vado anche se non so come andranno le cose, vado verso qualcosa che mi porterà molto fuori la mia zona di comfort e so che è giusto e so che voglio farlo e sento che va bene così…vado.
A casa lascio l’esperienza di rimanere separati per 18 giorni, mai successo prima.
In testa l’idea di affrontare questo…non so ancora come definirlo.
Tanta strada, tanti paesaggi che mi paiono bellissimi mentre ti scorrono accanto a 130 km ora(+o-).
Tanto male al sedere per tutte quelle ore in sella, il cambio di lingua che mi mette di fronte al mio sapermi arrangiare con le lingue neolatine senza averle mai studiate veramente. Il girovagare per la Francia per giungere, con calma al punto d’inizio, Saint Jean Pied de Port.
Un nome che sarà difficile dimenticare.
Dopo gli alberghi il primo ostello, il primo Albergue, un panino e la prima notte sapendo che da domani non si scherza più.
Claudio Lastore
7 settembre 2019