Libri
Sotto l’Albero di Natale quest’anno è spuntato un pacchettino con due libri già presenti in casa: già, libri mai letti o letti troppi anni fa. Un regalo inaspettato e gradito.
E’ cosi che è finito di nuovo tra le mie mani e i miei occhi “In nome della madre” di Erri De Luca ed. Feltrinelli.
Un meraviglioso e delicato libricino da leggere in un’ora, in solitudine, gustandosi la profonda energia di questi giorni dopo il 25 dicembre, non a caso considerati i 12 Giorni Santi.
In nome della madre
Il libro racconta la storia della gravidanza di Miriàm/Maria che da ragazzina adolescente si ritrova giovane donna in attesa di un figlio.
Leggiamo il racconto attraverso la sua voce, potendo così cogliere il suo stupore per l’evento accaduto, la sua totale devozione a Dio, l’amore sincero che nutre nei confronti del suo Iosef/Giuseppe “bello e compatto da baciarsi le dita”, fidanzato ma non ancora sposo.
Riusciamo a immedesimarci con questa ragazza che spiega al suo compagno di aspettare in figlio senza aver conosciuto uomo; spiegazione che arriva con parole innocenti e piene del coraggio della verità. Percepiamo l’amore di Iosef per la sua donna, lo smarrimento provato e il suo rispetto delle Leggi.
Vediamo questo uomo che prende esempio e coraggio da lei, che decide di sposare la sua donna nel periodo già stabilito e si schiera contro la comunità del villaggio nonostante la disapprovazione di chi gli sta intorno.
Riusciamo a cogliere la purezza e la dolcezza di Miriàm che sente una Vita crescere dentro di lei, che gode di ogni momento della sua gravidanza, della luce del sole, degli odori e dei profumi della sua terra, nonostante le cattiverie e i gesti sprezzanti delle altre donne.
Miriàm che sposa il suo compagno e che unisce la sua vita a lui per diventare famiglia, per accogliere questo figlio di Dio che si chiamerà Ieshu come ha suggerito l’Angelo in sogno a Giuseppe.
Tutto è già scritto
Comprendiamo attraverso le parole di Miriàm come tutto è già scritto, come lo spostamento per il censimento a Bet Léhem, la casa di pane, non capiti per caso, ma come il piccolo debba nascere lontano da gente malevola.
Ascoltiamo come il parto avvenga in una stalla, in solitudine, come questa coraggiosa ragazza diventi donna e madre con la nascita del piccolo che non piange, che è diverso dagli altri bambini.
E viviamo il momento in cui questa madre “Berukhà att’miccòl hannashìm” – benedetta tu più di tutte le donne – orgogliosa di aver portato dentro dentro di sè il figlio di Dio, diventi all’improvviso solo una madre che desidera tenere con sè il figlio; che percepisce con tristezza e vuoto il momento della separazione dei loro corpi alla nascita del bambino; che prega Dio di dimenticare il suo progetto su di Lui, di considerarlo un bambino qualunque, di distogliere la sguardo da lui e lasciarlo alla madre.
E’ il racconto di un amore viscerale di un uomo verso la sua donna e la famiglia e di un legame unico che si instaura tra madre e figlio.
Una emozione che risuona in ogni padre e madre.
Un grande piccolo dono, ricevuto anni fa a Natale da un maestro di una scuola elementare Waldorf.
sabrina
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