La serata
Dopo anni di inesistenti (!) uscite serali di coppia, finalmente il maestro di Tai chi mi ha invitata ad una serata galante; ci siamo quindi presi qualche ora romantica per noi…E dove potevamo andare? Allo spettacolo dei Kodò a Teatro, ovviamente!
I kodò sono un gruppo di percussionisti giapponesi che da trent’anni porta il proprio spettacolo nei teatri di tutto il mondo diffondendo un messaggio di unità tra i popoli.
Atmosfera decisamente orientale (tè e pasticcino giapponese all’ingresso) profumi e sapori che mi mancavano da tanto tempo. Appena entrati a teatro vediamo disposti sul palco tamburi di diverse dimensioni, il più grande pesa 900 chili ed è posizionato su una grande struttura giapponese in legno che completa la scenografia. Da subito la sensazione è di elegante e armoniosa semplicità.
Lo spettacolo
Inizia lo spettacolo e rimango affascinata dall’unione tra musica e recitazione. Arriva poi il suono dei tamburi e un’emozione improvvisa mi assale. Nei primi minuti riesco a sentire che mi escono dalla testa tanti noiosissimi e non sempre piacevoli pensieri legati alla mia vita quotidiana. Escono ad uno ad uno con foga al ritmo dei tamburi. Vengo rapita da questi artisti (e artiste!), dai loro movimenti e dalla loro foga. E mi lascio trasportare dal ritmo della loro musica. Li osservo, li ascolto, vedo come si muovono e con che attenzione e coordinazione eseguono i movimenti.
La vitalità e il ritmo dei brani si alternano a momenti in cui gli stessi artisti si muovono con delicatezza e grazia sconosciute a noi occidentali e con estrema precisione spostano gli strumenti che serviranno per il brano successivo.
E’ melodioso e dolce il suono dei flauti che si unisce alla voce degli uomini, ai canti, al suono acuto dei cimbali e ai giochi scherzosi giapponesi.
Il corpo degli artisti si muove all’unisono con i tamburi: percussionisti che diventano danzatori che diventano cantanti. Diversi timbri del suono sono emessi dai tamburi di differenti dimensioni. Tecnica e talento, suoni maestosi e penetranti. Arte ed Energia unite dal suono ancestrale del Tamburo.
In giapponese kodò significa battito del cuore. E, sì, questi suoni li ho proprio percepiti come suoni primitivi, materni e rassicuranti, gioiosi e vitali; li senti risuonare nel corpo: alcuni nella pancia, altri a livello del cuore, altri all’altezza della gola e lungo la colonna vertebrale.
Un brano incredibilmente meditativo inizia con il tintinnio quasi sommesso delle bacchette sui tamburi e si trasforma poi in un crescendo ritmico di vibrazioni e di suoni che si sentono nuovamente risuonare nel corpo di chi ascolta per poi esplodere in un calore alla testa al suono del Gong…Una vera e propria guida per la meditazione e decisamente troppo forte per questa Milano non ancora pronta per riconnettersi con il suono primordiale dato che è stato il brano più disturbato dal pubblico per mille motivi (gente rumorosa che si spostava per vedere meglio, qualche telefonino, bambini piccoli che facevano sentire la loro voce…).
La storia
Il programma comprende pezzi di creazione recente e altri classici. Gli artisti che si esibiscono sono stati sottoposti a una rigida selezione, talento e predisposizione atletica sono fondamentali, ma anche la scelta di uno stile di vita rigorosamente disciplinato. Perché non tutti sono in grado di suonare il grandissimo tamburo da 900 kg.
Gli artisti vivono in una comunità sull’isola di Sado. Per poter entrare a far parte del gruppo si è tenuti a vivere un periodo di apprendistato che dura due/tre anni in un grande villaggio (il Kodò village) dove c’è una grande sala prove. Durante l’apprendistato la sveglia è alle 4.00 del mattino e ogni giorno si inizia con 10 km di corsa, ci si occupa della preparazione dei pasti per la comunità, delle pulizie e poi si arriva all’educazione musicale.
Al termine di questo periodo di apprendistato ogni membro del gruppo si stabilisce in una propria abitazione nei dintorni del villaggio e si reca ogni giorno al Kodò village. Ognuno continua a partecipare alla preparazione dei pasti e alla pulizia degli spazi in comune. Poi i musicisti iniziano le prove e vengono affinate qualità e tecniche come lo studio della musica e della danza, della scenografia e ovviamente ci si dedica alle esercitazioni musicali con i tamburi.
L’artista giapponese quando suona il taiko (tamburo) utilizza tutto il corpo e la coordinazione tra le sue parti (proprio come con il TUINA – il massaggio cinese).
Ogni gesto è calcolato e sentito dall’artista fino in fondo al proprio Essere. Presenza mentale e fisica. Il famoso Qui e Ora che non riusciamo mai a comprendere.
Le emozioni
Un concentrato di musica, percussioni, energia, movimento, eleganza, attenzione, rispetto, tradizione e modernità e fusione di stili (eh, sì, io in un brano ho riconosciuto sonorità vicine alla tradizione irlandese!)
Rappresentazione concreta di Energia nella materia. Serata meravigliosa e rivitalizzante.
E’ servita per RI-SVEGLIARSI!
sabrina
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